Come un quadrato nel mare
2014
Galleria Francesco Pantaleone, Palermo
Installazione, cemento, catena d’acciaio, cima, boa
Fotografie, stampa digitale su carta fine art 20 X 30 cm
Come un quadrato nel mare è un progetto che attraverso due lavori, un’installazione ambientale ed una coppia di fotografie, accompagnati da un dialogo con la curatrice, usa l’evidenza dei Palazzi storici abbandonati di Palermo per trattare della percezione di instabilità esistenziale nel nostro tempo.
I palazzi abbandonati nel loro essere simboli di un’assenza e della scomparsa di una vita che li ha creati e giustificati, dichiarano senza lasciare molti dubbi la temporaneità delle azioni dell’uomo, anche delle più grandi, anche di quelle che si solidificano nei monumenti.
Questa dichiarazione ha un valore intenso perché tocca la dimensione più intima dell’uomo e trasforma i sontuosi palazzi di Palermo in dispositivi che continuamente ci ricordano la sensazione di instabilità in cui viviamo e una certa impotenza nel non essere in grado di riempire o arginare qualcosa che ci sfugge e sfuggendo ci nega.
La volontà che ha costruito i Palazzi palermitani per celebrare uomini e società passate e che si mostra così drammatica nel loro abbandono, sembra fare lo stesso dei quadrati nel mare che boe rosse disegnano per gli stabilimenti balneari.
Entrambi tentano di arginare una materia in continuo cambiamento, senza nessuna speranza di andare oltre la forma e il segno.
Così dentro questa metafora quotidiana, l’instabilità e le contraddizioni dei Palazzi rilevano un’assenza ed un’inesorabile trasformazione: i palazzi come un quadrato nel mare e l’uomo come una boa che segna un punto inevitabilmente instabile.
Come un quadrato nel mare (Like a square on the sea) is a project made by two works: an installation and a couple of pictures, closed by a dialogue between curator and artists.
Starting form the historical abandoned buildings in Palermo the project talks about our time existential perception of instability.
Because of are symbols of absence, symbols of lost life which created and justified themselves, abandoned buildings state human actions temporality, which involves also the great actions that are able to create monuments.
That statement has an intense value because it touches everybody intimate and existential side. In that way abandoned buildings in Palermo become reminder devices about the instability feeling bonded to time and places we live in and a kind of sense of impotence in not be able to fill them or to stem something that slips and slipping deny ourselves.
The will which built Palermo’s buildings to celebrate men and past societies today looks so dramatic because of the abandon; it reminds to squares into the sea drew by red buoys in the sea resort.
Both try to stem a changing matter hopeless to be more than a shape or a sign.
Inside that everyday metaphor, Palermo’s historical buildings instability and contradictions show a emptiness and a incessant transformation: those buildings are like a square onto the sea and man is a buoy pointing on a unstable point.