Anno Luce
2011
Roma Lat. 41°54’08,11’’ N Lon. 12°27’29,66’’ E
Installazione di Realtà Aumentata
project
Anno Luce è un lavoro che prevede di posizionare una linea lunga un Anno Luce (9.460. 800.000.000 Km) nel punto in cui si toccano piazza S. Pietro e la città di Roma. Questo punto di tangenza collega due identità culturali ed esistenziali diverse è un luogo di incertezza, uno spazio di transizione.
Il varco aperto verso la città dal portico del Bernini è un passaggio simbolico che collega la città di Dio alla città dell’uomo, per noi rispettivamente lo spazio della fede (che aggiunge alla realtà il valore concettuale della religione) e lo spazio della materia (basato sui sensi e la tangibilità oggettiva).
La linea è creata con un programma di disegno vettoriale, viene geolocalizzata con gli strumenti disponibili su internet e resa visibile nella piazza sfruttando le potenzialità della Realtà Aumentata (AR).
La scelta della misura della linea nasce dalla volontà di posizionare nello spazio un elemento scultoreo che mette insieme la forma e il tempo. Poichè la luce è un elemento fondamentale per la comprensione della scultura e poichè un anno luce definisce la distanza coperta dalla velocità della luce in un anno, il lavoro permette di pensare che la completa visione della scultura sia rimandata nel tempo.
Queste condizioni non essendo realizzabili in concreto devono essere mediate necessariamente dalla tecnologia della Realtà Aumentata attraverso la quale allo spazio vengono aggiunte potenzialità proprie dell’ambiente virtuale che rendono possibile in questo caso rappresentare una linea che ha la dimensione del tempo.
Si procede perciò ad una sovrapposizione tra due contesti spaziali: quello vettoriale (che assumiamo come teorico) e quello tridimensionale della realtà, mettendo in risalto come l’evoluzione tecnologica possa rendere sensibile un concetto teorico/scientifico integrandolo in una dimensione sensibile.
Il lavoro vuole argomentare alcune delle domande che l’evoluzione tecnologica porta all’attenzione dell’uomo contemporaneo. Le dimensioni della realtà e della virtualità vedono ogni giorno ridefinire i limiti che li separano.
La netta distinzione tra fisico e virtuale diventa sempre più problematica in ragione di un confronto tra le parti che viene continuamente aggiornato dalle nuove tecnologie. La Realtà Aumentata ha fatto fare a questi cambiamenti un balzo verso un terreno particolarmente accidentato dalle incertezze e dalle ambiguità.
Questa tecnologia ha il grande merito di avere rafforzato alcune domande fondamentali sulla identità dello spazio contemporaneo e su tutti i suoi attributi tra i quali il nostro lavoro ha scelto di affrontare quello della scultura. Poichè attraverso la AR lo spazio può essere implementato di contenuti virtuali, resi esperibili nella realtà fisica, con questo lavoro vogliamo anche comunicare il dubbio su quale sia oggi il limite che segna la differenza tra realtà e virtualità. Questo limite coinvolge domande parallele e dicotomie antiche che le nuove accezioni di spazio mettono in discussione. Siamo interessati particolarmente a quei confini sempre in divenire che separano le idee, la loro rappresentazione e la loro realizzazione. Ci chiediamo quali siano i concetti e le condizioni virtuali che possono entrare attivamente a fare parte dello spazio fisico e quali siano invece quelle caratteristiche del mondo digitale e della rete che possono essere solamente sovrapposte senza che i due sistemi (realtà e virtualità) perdano la loro identità “classica”.
La scultura è il mezzo che usiamo per riportare queste domande mettendo in discussione che la tridimensionalità dell’oggetto sia l’elemento primario per la definizione scultorea.
Light year is a work that plans to position a line long one light year (9.460.800.000.000 km) in the point where they touch the square S. Pietro and the city of Rome. This tangent point connects two different cultural identities and existential and ‘a place of an area of uncertainty tranzizione.
The open gate to the city from the portico of Bernini is a symbolic passage that connects the city of God to the city of man, for us respectively the space of faith (which actually adds to the conceptual value of religion) and the space of matter (based on the senses and tangible objects).
The line, created with a vector drawing program, is geolocalized with instruments available on internet and made visible in the Piazza using Augmented Reality (AR).
The choice of the length of the line originates from a wish to position in space a sculptural element that puts together shape and time. Since light is a essential element for the comprehension of sculpture and since a light year defines the distance covered by the speed of light in a year, this work allows the consider that the complete vision of the sculpture is postponed in time.
Since these conditions cannot be achieved in concrete terms they must necessarily be mediated by Augmented Reality (AR) technology through which the potentials of a virtual environment are added to space, making it possible in this case to represent a line that has the dimension of time.
Therefore there is an overlapping of two spatial contexts: the vector one (which we assume as theoretical) and the three-dimensional context of reality, highlighting how technological evolution can break down a scientific/theoretical concept integrating it into a sensitive dimension.
The purpose of this work is to discuss some of the issues that technological evolution brings to contemporary man’s attention. The limits that separate the dimensions of reality and virtuality are redefined continually. The clear distinction between physical and virtual is more problematical because of a comparison of the two sides which is constantly updated by new technologies. Augmented Reality pushed these changes towards a terrain made bumpy by uncertainty and ambiguity.
This technology has the great merit of having reinforced some fundamental questions concerning the identity of contemporary space and all of its attributes, among which our work has chosen to deal with the sculptural. Since through AR space may be implemented with virtual contents, and thus able to be experienced in physical reality, we wish to communicate through this work the doubt on what the limit is today between reality and virtuality.
This limit involves parallel issues and ancient dichotomies which the new meanings of space place into question.
We are particularly interested in those continually evolving limits which separate ideas, their representation and their realization. We wonder which concepts and virtual conditions can actively be a part of physical space and which are instead those characteristics of the digital world and of the web that can only be superimposed without the two systems (reality and virtuality) losing their “classical” identity.
Sculpture is the medium that we use to bring forward these issues considering whether the three-dimensionality of the object is the primary element for sculptural definition.